Descrizione
Le indagini archeologiche nella Catacomba di Santa Lucia, condotte da Paolo Orsi dal 1916 al 1919, sono state, tra l'altro, mirate a capire la natura del collegamento esistente tra la Catacomba e il cosiddetto sepolcro della santa, l'arcosolio che secondo la tradizione aveva accolto il corpo della martire e che era stato isolato nel 1685 per essere inglobato nella chiesa ottagona. Lo sbancamento di parte della regione cimiteriale C per la realizzazione della chiesa del Sepolcro dei Santa lucia ha irrimediabilmente compromesso la comprensione dell'assetto topografico della catacomba in questo settore.
Anche in questo caso la genesi e lo sviluppo della catacomba sembrano riecheggiare i prototipi romani: simile l'articolazione del cimitero in più regioni (quattro per la precisione, denominate A-D), nate anche dall'accorpamento di ipogei di diritto privato (ipogeo anonimo della regione D) oltre che dal reimpiego di preesistenze di natura culturale (è il caso del cosiddetto sacello pagano della regione C, databile in età ellenistica); simile lo schema delle gallerie con loculi impilati alle pareti nelle regioni A e B, presumibilmente le più antiche (metà del terzo secolo); l'organizzazione spaziale dei cubicula di varie dimensioni, disposti regolarmente lungo le due gallerie principali della regione C e affini alle soluzioni adottate nei cimiteri cristiani dell'Etruria meridionale. Non ci sorprende la trasformazione di una zona riservata della catacomba, destinata a sepolture privilegiate, in un'area di culto nel periodo successivo all' utilizzazione funeraria perchè dinamiche simili di interventi monumentali le notiamo nelle più note catacombe romane (oratorio bizantino " con triplice strato di affreschi, aperto al culto almeno fino alla metà del tredicesimo secolo" con un affresco riproducente i "Quaranta Martiri di Sebastia", databile nella prima metà dell'ottavo secolo secondo uno studio recente).