Descrizione
Nel volgere di qualche giorno la facciata del parcheggio Talete cambierà aspetto, anche in vista del G7 agricoltura e degli altri eventi collaterali che tra meno di un mese proietteranno Siracusa sulla ribalta internazionale.
Per farlo, l'amministrazione comunale ha deciso di affidarsi alle doti di uno street artist siracusano che è stato incaricato di realizzare un murales che attenui l’impatto visivo della struttura. Si tratta di Carlo Alberto Giardina, già autore nel 2021 di quattro opere sulle facciate di altrettante palazzine popolari di via Antonello da Messina nell’ambito della manifestazione Mimesi Fest.
L’artista, che vive a Milano e che si è ritagliato uno spazio importante nel mondo dell’arte muraria, se le condizioni climatiche lo consentiranno, inizierà oggi stesso la sua opera per concluderla già nel corso della prossima settimana.
«L’incarico affidato a Giardina che in città ha già dato prova del suo talento – afferma il sindaco Francesco Italia – risponde alla necessità di ridurre l’effetto su chi guarda un’infrastruttura oggettivamente brutta ma della quale la città per molti anni non potrà fare a meno. Abbiamo suggerito di rappresentare il nostro ambiente terrestre e marino per agganciare l’opera al tema dei cambiamenti climatici ma anche al G7 agricoltura e all’expo che si terrà in città a partire dal 21 settembre. Sono due eventi che segneranno Siracusa in termini di marketing territoriale e dei quali si parlerà a lungo come è stato in occasione della sfilata di Dolce&Gabbana».
Carlo Alberto Giardina, che è anche un illustratore, realizza le sue opere riflettendo sul rapporto “tra uomo e natura”, si legge nella sua biografia, “progettando opere che facciano sentire lo spettatore partecipe e consapevole del contesto naturale in cui vive”.
«L’opera muraria che sarà realizzata sulla facciata del parcheggio Talete – dice – è un omaggio alla vegetazione locale e alla fauna marina che realmente scolpiscono la naturale identità del territorio. Un omaggio silenzioso e fondamentale per ricordare semplicemente che senza di essi, ecosistemi marini e vegetali, non esisterebbe il nostro».