Descrizione
Il Garante comunale dei diritti delle persone private della libertà personale della città di Siracusa, a seguito delle numerose visite esplorative per la conoscenza dei fatti e delle circostanze, nel rispetto e nelle prerogative istituzionali, ha valutato molte volte l’opportuna necessità di affrontare il tema dell’acqua potabile fruibile dai detenuti di Cavadonna.
Circa il 15% della popolazione detenuta, extracomunitaria, lontano dai propri familiari, è priva di risorse economiche tali da consentirgli persino l’acquisto regolare di semplici bottiglie di acqua oligominerale per uso personale e quotidiano. Sono costretti a bere l’acqua dei rubinetti del bagno della propria camera detentiva che, sebbene controllata periodicamente con esami chimici che ne dichiarano la potabilità secondo i termini di legge, è un’acqua estratta da un pozzo scavato all’interno del perimetro del carcere.
Il primo segnale di elevata durezza dell'acqua è la presenza di calcare, cioè di una patina biancastra che si deposita a lungo andare sul lavandino, sui rubinetti, oppure sulla pentola con la bollitura. Questo può accadere anche se l'acqua è potabile e sta ad indicare una durezza considerevole dell’acqua corrente. Ciò è quanto il garante ha verificato nei controlli e nelle visite.
A tal proposito, in una delle ultime visite interne alle sezioni, ed in particolare dentro alcune stanze in cui lamentavano perdite di acqua dal soffitto, si è constatato che il continuo gocciolare dal tetto della stanza aveva creato incredibilmente, in più punti, dei veri e propri stalattiti di calcare. Gli ospiti di quella stanza inoltre, cosa più grave, erano tutti tunisini e bevevano regolarmente quell’acqua con i problemi alla salute che possono immaginarsi.
Questo, come altri episodi simili, ha portato il Garante a suggerire in modo semplice e diretto, durante il suo primo incontro conoscitivo con l’assessore alle politiche sociali, dott.ssa Barbara Ruvioli, una soluzione adeguata e unica nel suo genere a livello nazionale:
l’installazione di una casetta dell’acqua per la distribuzione gratuita dell’acqua sanificata e filtrata a tutti i detenuti che volessero usufruirne.L’idea è stata accolta favorevolmente dall’assessore che ha immediatamente promosso le azioni necessarie e aperti i contatti con i tecnici per maggiori dettagli i merito alla fattibilità dell’opera che è parsa immediatamente congeniale alla risoluzione del problema.
Il Garante si dispone sempre a collaborare con le amministrazioni chiamate in causa per garantire i diritti essenziali delle persone private della libertà, e desidera stimolare la giusta reazione, nell’opinione pubblica e in tutti coloro che sono chiamati in causa.