Acqua sanificata gratuita per tutta la popolazione carceraria

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Il Garante comunale dei diritti delle persone private della libertà personale della città di Siracusa, ha valutato molte volte l’opportuna necessità di affrontare il tema dell’acqua potabile fruibile dai detenuti di Cavadonna

Data pubblicazione:

05 Febbraio 2024

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Il Garante comunale dei diritti delle persone private della libertà personale della città di Siracusa, a seguito delle numerose visite esplorative per la conoscenza dei fatti e delle circostanze, nel rispetto e nelle prerogative istituzionali, ha valutato molte volte l’opportuna necessità di affrontare il tema dell’acqua potabile fruibile dai detenuti di Cavadonna.

Circa il 15% della popolazione detenuta, extracomunitaria, lontano dai propri familiari, è priva di risorse economiche tali da consentirgli persino l’acquisto regolare di semplici bottiglie di acqua oligominerale per uso personale e quotidiano. Sono costretti a bere l’acqua dei rubinetti del bagno della propria camera detentiva che, sebbene controllata periodicamente con esami chimici che ne dichiarano la potabilità secondo i termini di legge, è un’acqua estratta da un pozzo scavato all’interno del perimetro del carcere.

Il primo segnale di elevata durezza dell'acqua è la presenza di calcare, cioè di una patina biancastra che si deposita a lungo andare sul lavandino, sui rubinetti, oppure sulla pentola con la bollitura. Questo può accadere anche se l'acqua è potabile e sta ad indicare una durezza considerevole dell’acqua corrente. Ciò è quanto il garante ha verificato nei controlli e nelle visite.

A tal proposito, in una delle ultime visite interne alle sezioni, ed in particolare dentro alcune stanze in cui lamentavano perdite di acqua dal soffitto, si è constatato che il continuo gocciolare dal tetto della stanza aveva creato incredibilmente, in più punti, dei veri e propri stalattiti di calcare. Gli ospiti di quella stanza inoltre, cosa più grave, erano tutti tunisini e bevevano regolarmente quell’acqua con i problemi alla salute che possono immaginarsi.

Questo, come altri episodi simili, ha portato il Garante a suggerire in modo semplice e diretto, durante il suo primo incontro conoscitivo con l’assessore alle politiche sociali, dott.ssa Barbara Ruvioli, una soluzione adeguata e unica nel suo genere a livello nazionale:

l’installazione di una casetta dell’acqua per la distribuzione gratuita dell’acqua sanificata e filtrata a tutti i detenuti che volessero usufruirne.L’idea è stata accolta favorevolmente dall’assessore che ha immediatamente promosso le azioni necessarie e aperti i contatti con i tecnici per maggiori dettagli i merito alla fattibilità dell’opera che è parsa immediatamente congeniale alla risoluzione del problema.

Il Garante si dispone sempre a collaborare con le amministrazioni chiamate in causa per garantire i diritti essenziali delle persone private della libertà, e desidera stimolare la giusta reazione, nell’opinione pubblica e in tutti coloro che sono chiamati in causa.

Ultimo aggiornamento: 14/03/2024, 12:38

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