Descrizione
Uno dei monumenti più rappresentativi della ricchezza di Siracusa ancora nel III secolo a. C. è il gigantesco altare, probabilmente dedicata a Zeus Eleuterio, fatto erigere da Ierone II per i sacrifici pubblici. Quella che ci rimane è la parte basamentale, interamente scavata nella roccia (198 x 22,80), mentre l'elevato è stato depredato, come anche gli altri monumenti dell'età classica, dagli Spagnoli nel XVI secolo che utilizzarono i blocchi già squadrati per l'edificazione delle fortificazioni di Ortigia.
All'interno del monumento gli animali da sacrificare (fino a 450!) accedevano per mezzo di due rampe contrapposte, a nord e a sud della costruzione, mentre al suo centro vi era un ulteriore rialzo dove ardevano i fuochi per la combustione sacrificale. Nella rampa di nord, quella più vicina alla ringhiera di viale Paradiso, sono ancora visibili i piedi di uno dei telamoni (quello di destra) che adornavano gli ingressi.
L'ampia piazza antistante era cinta da un grande portico (14 colonne nei lati corti e 64 nei lati lunghi) al centro del quale vi era una grande vasca con un basamento destinato a sostenere, forse, una statua.